14/05/2011

KLF IN TUNIS

LIBERATION WITHOUT BORDERS TOUR 


- JOURNAL DE BORD -

Au cours de notre deuxième journée ici à Tunis, le Tour de Libération sans Frontières / Knowledge Liberation Tour a été immergé dans la réalité chaotique mais stimulante de la Tunisie post-insurrectionnelle. Pendant que le gouvernement transitoire et les médias mainstream essayent de construire l'image d'une situation politique pacifiée - un rappel à l'ordre et à la normalisation - la réalité est celle qu'il y a, au contraire, plusieurs groupes qui poussent pour la continuation du processus révolutionnaire. 
En fait, à 10h ce matin, nous avons pris part activement à un sit-in organisé par les Conseils pour la Protection de la Révolution qui s'est déroulé sur les marches du Théâtre Municipal, sur la désormais fameuse avenue Bourguiba. Après l'assemblée, des centaines de personnes qui chantaient des slogans appelant à la continuation de la révolution - les Comités contre  le gouvernement de transition oppresseur - ont été brutalement chargés par des groupes de milices armées de matraques et de couteaux, secrètement organisés par le Ministère de l'Intérieur. 
La répression est ici implémentée par l'usage massif d'escadrons de citoyens en civil, recrutés et armés, qui ont libre cours et le plein pouvoir des rues; c'est une stratégie de guerre à basse intensité semblable à celles qui ont été pratiquées en Amérique Latine et ailleurs. Le résultat en est une violence sociale incontrôlée qui vise à créer de la tension politique sans directement impliquer le gouvernement-même. Chaque jour, les arrestations et la chasse aux activistes continuent, surtout contre les jeunes qui viennent du pays et qui, après la fin de la Kasbah, ont continué de protester, Avenue Bourguiba.
Plusieurs personnes nous ont confirmé l’histoire infâme d’un activiste qui a été violé dans un commissariat. 
A la suite de cette violence irraisonnable, les manifestants qui avaient couru de toutes parts se sont réassemblés devant le Ministère des Femmes et des Affaires Sociales et ont entamé un sit-in devant l’UGTT, le Syndicat des Travailleurs Tunisiens, appelant une grève générale pour renforcer l’effort révolutionnaire. Ces Comités révolutionnaires, ensemble avec des jeunes activistes, sont en train de travailler pour un changement réellement systémique, la où les pouvoirs économiques et politiques tentent de se substituer aux positions précédemment tenues par l’entourage de Ben Ali. 
En même temps, dans la fin de matinée, a eu lieu une manifestation importante d’avocats et de magistrats devant le Ministère de la Justice, pour revendiquer un une justice indépendante, la liberté d’expression et la fin de la censure gouvernementale, tout comme pour demander la fin de la persécution politique. Malgré cela, il y a un black-out de l’information de presse mainstream, et surtout une réelle censure autour des protestations et des manifestations, à l’exception de celle des magistrats.  
Après les événements de ce matin, notre délégation a procédé à recueillir des matériaux issus de plusieurs acteurs de la scène politique de la capitale. L’après-midi a été riche en rencontres, interviews et discussions sur la préparation d’un Meeting transnational prévu pour l’automne prochain ici à Tunis. 
Demain, la délégation du Knowledge Liberation Front continuera son travail d’enquête et de recherche militante, pour approfondir notre compréhension de la situation complexe qui caractérise les mouvements sociaux Tunisiens. En collaboration avec les nombreux collectifs que nous avons déjà rencontrés ici, la transnationalisation matérielle des luttes euro-méditerranéennes est en marche…


Liberation Without Borders Tour

14 mai 2011





 

 LIBERATION WITHOUT BORDERS TOUR 

 

- SECONDO GIORNO -

Nella seconda giornata a Tunisi, il Liberation Without Borders Tour si e’ completamente immerso nella complessa e al contempo straordinaria realta’ della Tunisia post-insurrezionale. Mentre il governo di transizione e i media tentano di fornire una visione pacificata della fase in corso, il che significa un appello all’ordine e alla normalizzazione, la verita’ e’ quella di cui parlano i molti gruppi che rivendiacano la continuazione del processo rivoluzionario.

In questo quadro, intorno alle 10 di questa mattina abbiamo preso parte a una vivace protesta organizzata dai comitati di quartiere per la difesa della rivoluzione nell’ormai nota avenue Bourghiba. Nel giro di pochi minuti centinaia di persone si sono radunate sugli scalini del teatro municipale gridando slogan per la continuazione della rivoluzione e contro la repression del governo di transizione, gli attivisti e le attiviste dei comitati sono stati brutalmente attaccati dai gruppi della milizia armati di bastoni e coltelli e segretamente organizzati dal ministero degli interni. La repressione e’ infatti portata avanti attraverso l’utilizzo di squadristi in borghese: si tratta di una strategia di guerra a bassa intensita’  simile a quella visibile in America Latina e altrove. Il risultato e’ il dispiegamento di una violenza incontrollata finalizzata a creare tensioni politiche senza un apparente coinvolgimento del governo. Stanno continuandgli arresti e la caccia contro gli attivist e I giovani, specialmente quelli provenienti dalla campagna e che, dopo la fine della casbah, stanno proseguendo le proteste in avenue Borughiba. Varie persone ci hanno informato dell’infame storia di un attivista arrestato e stuprato in un commissariato di polizia.

Dopo il violento attacco, con altrettanta velocita’ i manifestanti si sono sciolti e ricompattati di fronte al ministero delle donne e degli affari sociali e poi davanti alla sede dell’UGTT, il sindacato tunisino, rivendicando la convocazione di uno sciopero generale in supporto alla continuazione del processo rivoluzionario. I comitati, insieme ai giovani attivisti, stanno costruendo una reale dinamica di trasformazione, laddove invece il potere politico ed economico sta semplicemente tentando di prendere le posizioni precdentemente occupate dal regime di Ben Ali.

Contemporaneamente, nella tarda mattinata c’e’ stata un’importante manifestazione di avvocati e masgitrati davanti al minister della giustizia rivendicando una giustizia indipendente, liberta’ di espressione, la fine della censura governativa e della persecuzione politica. Infatti, c’e’ un continuo black-out dell’informazione mainstream, ovvero una reale censura che circonda proteste e manifestazioni, a eccezione dei magistrati.  

Dopo la mattinata di azioni, la nostra delegazione ha continuato a raccogliere materiali di inchiesta con le persone impegnate nella scena politica della capitale tunisina. Il pomeriggio e’ stato riempito di incontri, interviste e riunioni organizzative per la costruzione di un grande meeting transnazionale in Tunisia per il prossimo autunno.

Domani la delegazione del Knowledge liberation Front continuera’ la ricerca militante, approfondendo la conoscenza della complessa situazione che i movimenti sociali tunisini stanno attraversando. Insieme a molti collettivi che abbiamo gia’ incontrato, la concreta transnazionalizzazione delle lotte euro-mediterranee si sta materailizzando…

Liberation Without Borders Tour

14 maggio 2011

 

- TERZO GIORNO -

Oggi il Liberation Without Borders Tour ha proseguito l'attività di inchiesta militante nella Tunisia post-insurrezionale. La delegazione si é organizzata in gruppi con lo scopo di moltiplicare le iniziative che hanno avuto simultaneamente luogo nella mattina. Una di queste é stata, insieme a una delgeazione della rete NoBorder, la visita a un centro autorganizzato di supporto e raccolta di materiali per i rifugiati libici.

Mentre un gruppo, armato di videocamere, ha condotto interviste con varie figure del movimento rivoluzionario, altri hanno partecipato a una manifestazione in solidarietà alla Palestina. Questa é stata anche l'occasione per incontrare collettivi del Maghreb e medio-orientali, confrontandosi con differenti punti di vista sui differenti sviluppi politici della situazione transnazionale.  

Qui era visibile la distanza tra i giovani attivisti e i gruppi e partiti politici; più in generale, é evidente la separazione rispetto al sistema rappresentativo. Da una parte, la maggior parte dei partiti politici inovoca la normalizzazione e l'ordine di una società civile "post-rivoluzionaria". Dall'altra, come alcuni studenti commentavano a latere della manifestazione, la riorganizzazione politica della Tunisia  per loro sta diventando una questione meramente tecnica, cosi i soggetti centrali della cacciata di Ben Ali sono pronti a fare lo stesso con il governo di transizione. L'eco dello slogan argentino del 2001 "que se vayan todos" risuona continuamente nelle piazze e nella volontà di continuare la mobilitazione. 

Un altro gruppo del Liberation Without Borders Tour si é incontrato con Haithem Ben Farhat, un documentarista che sta costruendo un progetto basato su interviste ai giovani delle scuole sulla rivoluzione tunisina.

Nel primo pomeriggio siamo stati anche in un quartiere della città abitato dalla media e alta borghesia della capitale, per verificare la percezione di quanto sta avvenendo negli ultimi mesi. E' qui evidente come la soddisfazione o l'accettazione per la cacciata del regime di Ben Ali, descritto come mafioso e operante attraverso la polizia segreta, sia combinata con la necessità di ristabilire la "normalità" della libertà di commercio.

Nel tardo pomeriggio é stato fatto un meeting con la rete NoBorder, per discutere e approfondire il nesso tra lotte sui saperi e la battaglia per la libera mobilità delle persone.

Domani sono previsti, nella mattinata, vari incontri con differenti gruppi, associazioni e organizzazioni. Nel pomeriggio ci sarà invece un meeting organizzativo con attiviste e attivisti dei gruppi con cui si sta costruendo un meeting transnazionale per l'autunno. 

Stay tuned...

Knowledge Liberation Front 

15 maggio 2011, Tunisi

 

- QUARTO GIORNO -

Il quarto giorno del Liberation Without Borders Tour eí stato di grande ricchezza in termini di interviste, incontri e riunioni. Dal primo mattino le varie delegazioni del KLF hanno incontrato attiviste e attivisti di diversi gruppi e organizzazioni: Raid-Attac, Le Manifest, Amnesty International Tunisia, Front 14 Janvier e líUGTT.

Le intense discussioni sono state concentrate sulle questioni dello sviluppo del processo rivoluzionario, i conflitti tra il movimento e il governo di transizione, le elezioni per líassemblea costituente. Emerge chiaramente líesaurirsi delle forme rappresentative e la distanza tra i partiti politici e il movimento che ha cacciato Ben Ali. Contrariamente allíimmagine dipinta dai media occidentali, lungi dallíessere una rivolta per il pane quella tunisina eí uníinsurrezione dentro la crisi economica goobale; la sua genealogia configura un processo di lungo corso di lotte proletarie (in particolare lo sciopero nel distretto minerario del 2008) e di conflitti nelle regioni del sud. Inoltre, la composizione sociale di studenti, giovani altamente scolarizzati e precari o disoccupati ha dei tratti fortemente comuni con quella che eí protagonista dei movimenti in Europa o altrove.

Un esempio di similitudine puoí essere rintracciato nella fortemente contestata decisione del governo di tranisizione di continuare a rispettare gli impegni con le istituzioni sovranazionali del capitalismo globale, come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, prosguendo il pagamento del debito invece di impegnare risorse nei servizi di welfare o formativi. Tutto cioí sopttolinea il carattere transnazionale delle lotte in Tunisia, marcando al contempo una distanza dai classici concetti di solidarietaí. Come ha efficacemente sottolineato un attivista: ìPer aiutare la liberazione dei palestinesi, ad esempio, dobbiamo liberarci da soliî.

Cioí che sembra essere in gioco in questo straordinario laboratorio politico eí la capacitaí del movimento insurrezionale di trovare nuove forme di organizzazione collettiva, costruendo un processo costituente e un nuovo rapporto sociale.

Contemporaneamente, uníaltra delegazione eí andata in una banlieue di Tunisi per incontrare alcuni dei giovani che sono stati tra i protagonisti della rivolta. La risposta alla minaccia dei soggetti che stanno tenendo vivo il processo rivoluzionario eí líinasprimento dei meccanismi repressivi, di marginalizzazione e normalizzazione: qui il coprifuoco eí implementato non solo dai pattugliamenti militari ma anche attraverso líeliminazione dei servizi di base come la corrente elettrica. Eí evidente come il potere sia terrorizzato dai soggetti della societaí tunisina che sono centrali nel movimento rivoluzionario.

Dopo queste importanti discussioni, il KLF ha incontrato gli attivisti del Front de Liberation Populaire Tunisienne, bloggers, studenti, disoccupati, precari e altri gruppi, per organizzare il meeting transnazionale del prossimo autunno a Tunisi. Cíeí grande entusiasmo nella scommessa di costruzione di una reale rete euro-mediterranea delle lotte e di liberazione comune.

 

KLF in Tunis 

16 maggio 2011


 

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